È il mio nuovo progetto per celebrare 40 anni di musica,
un concept ideato e realizzato interamente in vinile.
Quattro EP per raccontare la mia visione sonora di ciò che potrebbe restare della nostra traccia geologica sulla Terra — intesa come suono, musica, rito.
Un omaggio al potere evocativo che un giorno avranno i resti di tutti quegli oggetti che, un tempo, producevano qualcosa chiamato suono.
E di ciò che il suono era capace di fare: unire gli esseri viventi e metterli in armonia.
Sedici tracce inedite che attingono a melodie, esperimenti e atmosfere che abbiamo condiviso e attraversato insieme in tutti questi anni.
Buon Viaggio
Fossili sonori di un’umanità che suona il tempo
Viviamo in un’epoca in cui l’impronta dell’essere umano ha superato i confini della cultura per inscriversi nella geologia stessa del pianeta. L’Antropocene è il nome dato a questa nuova era: un tempo in cui le nostre azioni plasmano irreversibilmente gli equilibri naturali della Terra. Ma cosa rimarrà, un giorno, del nostro passaggio?
Questo progetto esplora una risposta alternativa e poetica:
resterà il suono.
Non il suono come vibrazione immediata, ma come memoria sedimentata, come impronta acustica nelle tecnologie, nei supporti, nei rituali collettivi. Resteranno le carcasse di giradischi, i vinili scheggiati, i circuiti delle drum machine, gli amplificatori corrosi: fossili sonori di una specie che ha saputo suonare la propria esistenza.
Immaginiamo una futura civiltà — terrestre o aliena — che troverà questi resti: cosa penserà del suono umano? Come interpreterà la musica? Sarà un messaggio, una preghiera, un codice dimenticato?
L’Antropocene musicale è un viaggio simbolico e sensoriale in questo scenario. Un archivio impossibile, in cui i DJ diventano sciamani del ritmo, i vinili si elevano a reliquie sacre, e le onde sonore affiorano come fossili dell’anima umana.
È un invito a riascoltare ciò che siamo stati.
∑“
antrocepico
/àn·tro·cè·pi·co/ agg.
Etimologia:neologismo formato da Antropocene(dal greco ánthrōpos= uomo + kainós= nuovo) e acùstico/epìco, con possibile eco del greco ēchos= suono.
Definizione:
Che appartiene o si riferisce al suono prodotto, trasmesso o immaginato durante l’Antropocene; relativo all’impronta sonora dell’umanità sulla Terra, intesa come traccia culturale, tecnologica e simbolica.
Esempi d’uso:
– Reperti antrocepici, come vinili e giradischi, raccontano una civiltà scomparsa attraverso la memoria del suono.
– Il DJ evocava un paesaggio antrocepico, dove le frequenze sembravano fossili dell’anima umana.
– La musica elettronica del XXI secolo può essere letta come una forma di linguaggio antrocepico.
Nota:Termine usato in ambito artistico, filosofico e sonoro per descrivere l’eredità acustica dell’essere umano nel contesto geologico e culturale dell’Antropocene.